Un discorso a parte si può fare per le analisi condotte dal laboratorio per le cosiddette acque reflue, ovvero le acque di scarico che rifluiscono dopo le attività produttive o domestiche.
Le analisi maggiori sono quelle sulle acque reflue provenienti da impianti di produzione, di depurazione, di irrigazione, sotterranee e di piscina. Per tutelare sia la salute che l’ambiente queste acque “di riflusso” necessitano di un monitoraggio costante, attraverso dei criteri ben precisi con stretti parametri di valutazione chimico-fisici e biologici per controllare il livello di inquinamento delle acque primarie e di scarico.
Oltre ai materiali biologici presenti naturalmente come gli organismi vegetali e animali, sono presenti spesso in acque reflue delle sostanze dannose sia galleggianti, sospese o disciolte. Dalle schiume ai grassi e agli oli, sono insolubili e quindi dannose per ambiente ed esseri umani. Sono le prime ad essere segnalate dai parametri di valutazione.
NORMATIVA ACQUE REFLUE
Il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n.152 definisce la disciplina per la tutela delle acque superficiali, marine e sotterranee e stabilisce i valori limiti di emissione degli scarichi idrici.
Nell’allegato 5 si fa riferimento ai limiti di emissione degli scarichi idrici:
- La tabella 1 stabilisce i valori limiti di emissione per gli impianti di acque reflue urbane;
- La tabella 2 stabilisce i valori limiti di emissione per gli impianti di acque reflue urbane recapitanti in aree sensibili;
- la tabella 3 stabilisce i valori limiti di emissione in acque superficiali e in fognatura;
- la tabella 4 stabilisce i valori limiti di emissione per le acque reflue urbane ed industriali che recapitano sul suolo.