L’odore può essere descritto come la capacità di attivare il senso dell’olfatto da parte di una miscela di sostanze chimiche disperse nell’aria: all’interno del naso sono infatti presenti recettori che, a contatto con le sostanze contenute nell’aria, generano stimoli elettrici differenti a seconda del tipo di sostanza; tali segnali, tramite il sistema nervoso, vengono poi inviati al cervello che ne percepisce pertanto la presenza.
L’odore è quindi un fenomeno complesso da analizzare e da descrivere poiché richiede una sintesi analitica tra aspetti oggettivi, propri delle sostanze presenti nell’aria e da aspetti soggettivi di tipo fisiologico e psicologico propri delle persone che lamentano le maleodorazioni. Anche le variabili ambientali, quali ad esempio temperatura, pressione, umidità relativa dell’aria, velocità e direzione dei venti, incidono nella descrizione di tali problematiche.
Le tecniche di indagine e monitoraggio degli odori includono:
- metodologie finalizzate a caratterizzare le fonti di odore, il cui scopo è la identificazione dei cicli di lavorazione e delle sorgenti emissive di maggiore interesse olfattometrico: fanno parte di tale categoria le indagini chimiche e olfattometriche
- metodologie finalizzate a valutare la risposta e l’esposizione della popolazione, sulla base di segnalazioni e reclami, di correlazioni con le attività presenti sul territorio ecc: fanno parte di tale categoria le indagini che coinvolgono la popolazione (indagini sociali), l’applicazione di strumenti matematici predittivi (modelli di ricaduta) e i nasi elettronici.
A causa della complessità dei composti odorigeni e alla variabilità connessa alla soggettività della percezione olfattiva, il quadro normativo nazionale e regionale in materia di odori non prevede attualmente limiti di emissione o standard di qualità dell’aria come per i comuni inquinanti atmosferici rendendo problematica l’attività dell’ente preposto al controllo ambientale.
Tuttavia gli odori molesti sono ormai riconosciuti come inquinanti atmosferici a tutti gli effetti e numerose sono infatti le segnalazioni da parte dei cittadini e le richieste di verificarne la presenza e di ridurne le emissioni.
Dal 19 dicembre 2017, data di entrata in vigore del D.Lgs. 183/2017, vige nel D.Lgs.152/2006 il nuovo art. 272-bis che introduce la possibilità di prevedere misure di prevenzione e limitazione specificatamente definite per le emissioni odorigene, sia attraverso l’applicazione di apposite indicazioni riportate all’interno di specifici atti normativi regionali, sia in sede di autorizzazione, lasciandone l’onere di definizione alle Autorità Competenti.